I rischi sul lavoro per le donne in gravidanza e maternità

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La normativa sulla sicurezza sul lavoro ha come obiettivo quello di garantire a tutti i lavoratori delle condizioni di sicurezza e salubrità nel luogo di lavoro. Ogni ambiente di lavoro ha dei rischi specifici che il datore di lavoro deve individuare e ridurre quanto più possibile per dare la possibilità a tutti i dipendenti di lavorare in sicurezza. A tale proposito, alcune categorie di lavoratori devono avere un occhio di riguardo perchè maggiormente esposti a rischi sul lavoro.

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Le lavoratrici in stato di gravidanza ad esempio rappresentano una classe di lavoratori a rischio che necessitano di disposizioni mirate da parte del legislatore e di un’attenzione particolare da parte del datore di lavoro. I momenti in cui la lavoratrice deve essere maggiormente tutelata sono:

  • gravidanza;
  • puerperio;
  • allattamento.

La normativa di riferimento alla quale il datore di lavoro deve attenersi in caso di presenza di lavoratrici in stato di gravidanza è il Decreto legislativo n. 151 del 26/03/2001, il Testo Unico in materia di maternità e paternità, che a partire dal Capo II definisce tre ruoli e responsabilità di base:

  • il datore di lavoro;
  • la lavoratrice;
  • il servizio di ispezione della direzione territoriale del lavoro.

Il testo di legge prevede delle norme a sostegno della maternità che riguardano:

  • la garanzia di salute e sicurezza della lavoratrice per tutta la durata della gravidanza;
  • la garanzia di salute e sicurezza della lavoratrice fino al 7° mese di età del bambino;
  • il divieto per le lavoratrici in gravidanza di svolgere attività lavorativa nei 2 mesi prima del parto e nei 3 mesi successivi al parto (con l’eccezione per alcune categorie di lavoratrici che possono fare richiesta di posticipare fino all’8° mese di gravidanza il congedo di maternità e rientrare a lavoro 4 mesi dopo la nascita del bambino);
  • il divieto di far svolgere alle lavoratrici in gravidanza dei lavori pericolosi o troppo faticosi;
  • nel caso in cui la lavoratrice svolga una mansione pericolosa per la sua salute e per la salute del nascituro e non fosse possibile adibirla ad una diversa mansione, il datore di lavoro ha l’obbligo di interdire la lavoratrice dall’attività lavorativa.

Infine, la legge vieta l’attività lavorativa per le lavoratrici in alcuni settori particolari:

  • il lavoro notturno, in base all’articolo 53;
  • i lavori faticosi e pericolosi, elencati nell’Allegato A;
  • i lavori vietati elencati nell’Allegato B;